Ecco per voi tutte ma assolutamente tutte le versioni di Ubuntu rilasciate finora: dalla lontana Ubuntu 4.10 Warty Warthog alla neonata Ubuntu 17.04 Zesty Zapus.
Di conseguenza parliamo di 14 anni di rilasci ininterrotti targati Canonical.
Nel frattempo quando altre distribuzioni si sono perse per strada Ubuntu continua avanti piú forte che mai.
Soprattutto in prossimità del nuovo ciclo (siamo di nuovo alla lettera A) con Ubuntu 17.10 Artful Aardvark ecco a voi ancora tutti i rilasci di Ubuntu.
Contenuto del post:
- 1 Elenco completo dei rilasci Ubuntu.
- 1.1 Versioni LTS(Long Term Support): periodo di supporto di 5 anni.
- 1.2 Versioni intermedie: periodo di supporto di 9 mesi.
- 1.3 Info sulle versioni precedenti di Ubuntu.
- 1.4 Requisiti specifichi del sistema operativo.
- 1.5 Elenco di rilasci.
- 1.6 Ubuntu una distribuzione per i non addetti ai lavori.
- 1.7 Dash, la pietra d’angolo dell’interfaccia Unity.
Elenco completo dei rilasci Ubuntu.
Ogni 6 mesi viene rilasciata una nuova versione di Ubuntu. Quindi i rilasci avvengono sempre nei mesi di Aprile e Ottobre.
Allo stesso modo esistono due tipologie di versioni contraddistinte dal periodo di supporto, durante il quale riceveranno aggiornamenti software. Di conseguenza cessato tale periodo per ricevere aggiornamenti sarà necessario eseguire un avanzamento di versione del sistema o installare un sistema più recente.
Versioni LTS(Long Term Support): periodo di supporto di 5 anni.
Rilasciate ogni 2 anni nell’Aprile degli anni pari.
Ideali in tutti quei casi in cui si preveda di effettuare un’installazione duratura nel tempo dove NON si ritiene di primaria importanza avere l’intero parco software aggiornato all’ultima versione. Tuttavia la presenza di repository dedicati e l’introduzione dei pacchetti Snap facilita l’installazione di versioni aggiornate dei software più popolari.
Versioni intermedie: periodo di supporto di 9 mesi.
Breve periodo di supporto per il quale ben presto sarà necessario un aggiornamento a una nuova versione del sistema.
Nel frattempo ci sono i rilasci più frequenti rispetto alle versioni LTS e quindi con software più aggiornato. Allo stesso modo questo si traduce nella possibilità che includano nuovi driver per l’utilizzo di nuovo hardware e disponibilità di nuovi software magari cruciali per svolgere alcune attività.
[bctt tweet=”Elenco completo dei rilasci: da Ubuntu 4.10 Warty Warthog alla neonata Ubuntu 17.04 Zesty Zapus” username=”HugoR”]
Di conseguenza nella tabella è riportato l’elenco completo delle versioni di Ubuntu rilasciate, comprese le versioni che hanno concluso il loro ciclo di sviluppo e che non ricevono più alcun tipo di aggiornamento.
Info sulle versioni precedenti di Ubuntu.
Allo stesso modo chi abbia bisogno di trovare sulla rete versioni precedenti di Ubuntu, si accorgerà che non sono poi molti i siti che mettono a disposizione le iso o i repository delle vecchie release.
[bctt tweet=”Elenco completo dei rilasci: da Ubuntu 4.10 Warty Warthog alla neonata Ubuntu 17.04 Zesty Zapus” username=”HugoR”]
Anche sul sito di Canonical sono disponibili i link all’ultima version ovviamente. Sopratutto i links alla precedente release LTS, in quanto coperta da supporto a lungo termine. Tuttavia, anche per le release LTS, non sono disponibili tutte le maintenance rilasciate nel corso del tempo. In seguito viene fornita la release 10.04.3 LTS (l’ultima disponibile al momento), ma non la precedente 10.04.2.
Di conseguenza partire dalla versione base (più facile da trovare in rete) e poi aggiornare i pacchetti richiesti, è un lavoro estenuante. Allo stesso modo si dovrebbe controllare la specifica versione di ogni pacchetto e risolvere tutte le dipendenze richieste.
Requisiti specifichi del sistema operativo.
Tuttavia alcuni software richiedono delle versioni specifiche del sistema operativo. Nel frattempo la piattaforma NComputing per Ubuntu, nella versione 3.1.3 attualmente disponibile, richiede che il sistema sia aggiornato ad Ubuntu 10.04.1 o 10.04.2.
Ancora il kernel supportato va dalla versione 2.6.32.21 alla 2.3.32.31. Allo stesso modo questo software in particolare non digerisce molto modifiche precedenti o successive a quelle fissate nei requisiti di compatibilità.
Tuttavia fortunatamente i repository e le iso delle release precedenti di Ubuntu vengono mantenute e sono disponibili a questo link:
http://old-releases.ubuntu.com/releases/
In seguito tutti i rilasci.
Elenco di rilasci.
Versione |
Nome in codice |
Rilascio |
Fine supporto |
Note rilascio |
Download |
4.10 |
Warty Warthog |
Ottobre 2004 |
Aprile 2006 |
Download |
|
5.04 |
Hoary Hedgehog |
Aprile 2005 |
Ottobre 2006 |
Download |
|
5.10 |
Breezy Badger |
Ottobre 2005 |
Aprile 2007 |
Download |
|
6.06 LTS |
Dapper Drake |
Giugno 2006 |
Giugno 2009 (2011 server) |
Link |
Download |
6.10 |
Edgy Eft |
Ottobre 2006 |
Aprile 2008 |
Link |
Download |
7.04 |
Feisty Fawn |
Aprile 2007 |
Ottobre 2008 |
Link |
Download |
7.10 |
Gutsy Gibbon |
Ottobre 2007 |
Aprile 2009 |
Link |
Download |
8.04 LTS |
Hardy Heron |
Aprile 2008 |
Aprile 2011 (2013 server) |
Link |
Download |
8.10 |
Intrepid Ibex |
Ottobre 2008 |
Aprile 2010 |
Link |
Download |
9.04 |
Jaunty Jackalope |
Aprile 2009 |
Ottobre 2010 |
Link |
Download |
9.10 |
Karmic Koala |
Ottobre 2009 |
Aprile 2011 |
Link |
Download |
10.04 LTS |
Lucid Lynx |
Aprile 2010 |
Aprile 2013 (2015 server) |
Link |
Download |
10.10 |
Maverick Meerkat |
Ottobre 2010 |
Aprile 2012 |
Link |
Download |
11.04 |
Natty Narwhal |
Aprile 2011 |
Ottobre 2012 |
Link |
Download |
11.10 |
Oneiric Ocelot |
Ottobre 2011 |
Aprile 2013 |
Link |
Download |
12.04 LTS |
Precise Pangolin |
Aprile 2012 |
Aprile 2017 |
Link |
Download |
12.10 |
Quantal Quetzal |
Ottobre 2012 |
Maggio 2014 |
Link |
Download |
13.04 |
Raring Ringtail |
Aprile 2013 |
Gennaio 2014 |
Link |
Download |
13.10 |
Saucy Salamander |
Ottobre 2013 |
Luglio 2014 |
Link |
Download |
14.04 LTS |
Trusty Tahr |
Aprile 2014 |
Aprile 2019 |
Link |
Download |
14.10 |
Utopic Unicorn |
Ottobre 2014 |
Luglio 2015 |
Link |
Download |
15.04 |
Vivid Vervet |
Aprile 2015 |
Gennaio 2016 |
Link |
Download |
15.10 |
Wily Werewolf |
Ottobre 2015 |
Luglio 2016 |
Link |
Download |
16.04 LTS |
Xenial Xerus |
Aprile 2016 |
Aprile 2021 |
Link |
Download |
16.10 |
Yakkety Yak |
Ottobre 2016 |
Luglio 2017 |
Link |
Download |
17.04 |
Zesty Zapus |
Aprile 2017 |
Gennaio 2018 |
Link |
Download |
Soprattutto fra la noncuranza totale, Ubuntu ha comunque dato inizio a un cambiamento e, per taluni versi, si potrebbe sostenere che quell’annuncio è stato il baluardo di una vera e propria rivoluzione.
Anche se l’idea che Shuttleworth aveva della nuova distribuzione Linux era diversa da quanto visto in giro. Ubuntu doveva essere una distribuzione per “esseri umani” (come recita lo slogan della distribuzione) che non fossero amministratori di sistema o sviluppatori.
Anche se il suo desktop doveva offrire di più di quanto richiesto dalle figure IT professionali, che lavorano su Debian tramite linea di comando e non sentivano certo l’esigenza di un desktop stile Windows.
Ubuntu una distribuzione per i non addetti ai lavori.
Tuttavia Ubuntu, basato su Debian, doveva essere una distribuzione per i non addetti ai lavori, per coloro che volevano abbracciare Linux, lasciandosi alle spalle Windows e Mac OS, offrendo un’installazione semplificata di tipo punta&clicca e un’esperienza d’uso altrettanto semplice.
Lo stesso nome prescelto per la distribuzione, Ubuntu, racchiudeva questa filosofia richiamando il termine africano che significa, appunto, umanità.
Ubuntu continua quindi a crescere nella convinzione di poter risolvere quello che è il suo primo bug scherzoso: “Microsoft has a majority market share in the new desktop PC marketplace. This is a bug, which Ubuntu is designed to fix”, come sosteneva Mark Shuttleworth.
Dash, la pietra d’angolo dell’interfaccia Unity.
In seguito all’avvento del suo decimo anniversario, Ubuntu rilascia la versione 14.10 Utopic Unicorn, molto diverso dalla prima edizione Warty, ma senza grandissime migliorie rispetto alla versione precedente, se non alcuni rimaneggiamenti su Dash, la pietra d’angolo dell’interfaccia Unity che serve come interfaccia di ricerca per tutti i dati presenti sulla macchina.
Di conseguenza questa interfaccia rappresenta un nuovo punto di criticità. In seguito per impostazione predefinita, la ricerca effettuata tramite Dash viene inviata ai server Canonical e in parte reindirizzata ad Amazon e ad altri partner. Allo stesso modo gli utenti alle prime armi, che sono il target di Ubuntu, non sono in grado di cambiare questo comportamento predefinito e in molti, compreso Richard Stallman, hanno richiesto di rimediare alla situazione, paragonando Ubuntu a uno spyware.
Cosa riserverà il futuro è ancora tutto da scoprire, ma la storia decennale ha mostrato come una distribuzione nata dal nulla sia riuscita a conquistare 25 milioni di utenti nel mondo e circa il 90 percento del mercato Linux.
In tutta onestà non credo Canonical produrrà una distribuzione enterprise, rilasciando quindi per la community una sorta di openUbuntu. Ma non credo nemmeno che questa mossa cambierà troppe carte in tavola riguardo alla distribuzione in sé. Anche se è’ vero che l’obiettivo è quello di ottimizzare i costi, è vero che esisterà solo GNOME come ambiente grafico ufficiale. Tuttavia vien da sé che la natura di Ubuntu si è sempre differenziata dalle “concorrenti”.
Di conseguenza già oggi infatti è possibile acquistare i servizi professionali legati a Ubuntu da Canonical. Soprattutto già oggi esiste Ubuntu Server, che si differenza dalla versione desktop proprio per l’approccio enterprise. Quindi se di cambiamenti sostanziali ne avverranno, questi non riguarderanno il modo in cui Ubuntu sarà fruibile agli utenti.
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